19 Novembre 2017 , Casale Monferrato - ore 17
Sala delle Lunette
G.B. Pergolesi Lo Frate 'nnamorato - Overtüre
A. Vivaldi Concerto in Do minore per archi e cembalo
A. Vivaldi Concerto in Re maggiore per archi e cembalo
J.S. Bach Concerto in Re minore per pianoforte e orchestra d'archi
Monferrato Classic Orchestra
Daniele Fasani, pianoforte
Umberto Beccaria, direttore
Sala delle Lunette
G.B. Pergolesi Lo Frate 'nnamorato - Overtüre
A. Vivaldi Concerto in Do minore per archi e cembalo
A. Vivaldi Concerto in Re maggiore per archi e cembalo
J.S. Bach Concerto in Re minore per pianoforte e orchestra d'archi
Monferrato Classic Orchestra
Daniele Fasani, pianoforte
Umberto Beccaria, direttore
Nota di sala di Francesco Samperi
Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685 – Lipsia, 1750)
Concerto per clavicembalo e orchestra in re minore BWV 1052 (1738 ca.)
Johann Sebastian Bach, nel corso della sua carriera, ricoprì incarichi stabili presso le principali corti e
istituzioni ecclesiastiche tedesche, da Weimar a Köthen, fino al prestigioso incarico di Thomaskantor in
Lipsia.
Le mansioni ricoperte da Bach presso tali realtà gli imponevano di produrre una grande quantità di musica
in tempi brevi (tra cui una Cantata alla settimana e per le festività;) ciò implicava la necessità di attingere a
materiale musicale sempre fresco su cui lavorare. Bach risolse spesso questa incombenza rimaneggiando
sue precedenti composizioni per riadattarle alle diverse esigenze, profane o sacre che fossero.
Il Concerto in re minore è un esempio di questo modus operandi bachiano: i movimenti che compongono il
Concerto sono rielaborazioni di materiale musicale precedente, materiale già sfruttato da Bach sia in
ambito profano (in forma di concerto per violino e orchestra nel 1714-15) che sacro (nelle Cantate BWV
146 e 188 degli anni 1726-1728.) Nel 1738 circa, Bach diede a questo materiale un’ulteriore veste
concertistica per sopperire ai suoi doveri di direttore del Collegium Musicum di Lipsia. Il Collegium Musicum
era un’associazione laica di musicisti che si esibiva settimanalmente nei caffè cittadini o all’aperto, per cui
Bach compose molta musica sia strumentale che vocale.
Il Concerto in re minore è composto da tre movimenti: Allegro, Adagio, Allegro. Nell’Allegro, in principio
l’intera compagine propone all’ottava l’idea melodica principale, seguita dall’ingresso del solista; questo
movimento alterna ritorni dell’ idea principale, parti in cui prevale il discorso solistico e sezioni in cui la
tastiera si amalgama con il tessuto orchestrale; l’Adagio in sol minore è una Passacaglia, forma musicale in
cui una medesima linea di basso si reitera per tutta la durata del pezzo; in questo movimento
un’introduzione di tutta la compagine espone all’unisono la melodia che poi che poi sosterrà in diverse
tonalità l’intervento del solista; quest’ultimo propone un canto malinconico, prezioso e ricco di ornamenti
dal sapore squisitamente barocco; nell’Allegro finale, si alternano un energico e ritmato ritornello e gli
episodi proposti dalla tastiera, fino a sfociare in un lungo passaggio solistico privo o quasi di sostegno
orchestrale e a una cadenza che conduce al refrain conclusivo.
FRANCESCO SAMPERI
Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685 – Lipsia, 1750)
Concerto per clavicembalo e orchestra in re minore BWV 1052 (1738 ca.)
Johann Sebastian Bach, nel corso della sua carriera, ricoprì incarichi stabili presso le principali corti e
istituzioni ecclesiastiche tedesche, da Weimar a Köthen, fino al prestigioso incarico di Thomaskantor in
Lipsia.
Le mansioni ricoperte da Bach presso tali realtà gli imponevano di produrre una grande quantità di musica
in tempi brevi (tra cui una Cantata alla settimana e per le festività;) ciò implicava la necessità di attingere a
materiale musicale sempre fresco su cui lavorare. Bach risolse spesso questa incombenza rimaneggiando
sue precedenti composizioni per riadattarle alle diverse esigenze, profane o sacre che fossero.
Il Concerto in re minore è un esempio di questo modus operandi bachiano: i movimenti che compongono il
Concerto sono rielaborazioni di materiale musicale precedente, materiale già sfruttato da Bach sia in
ambito profano (in forma di concerto per violino e orchestra nel 1714-15) che sacro (nelle Cantate BWV
146 e 188 degli anni 1726-1728.) Nel 1738 circa, Bach diede a questo materiale un’ulteriore veste
concertistica per sopperire ai suoi doveri di direttore del Collegium Musicum di Lipsia. Il Collegium Musicum
era un’associazione laica di musicisti che si esibiva settimanalmente nei caffè cittadini o all’aperto, per cui
Bach compose molta musica sia strumentale che vocale.
Il Concerto in re minore è composto da tre movimenti: Allegro, Adagio, Allegro. Nell’Allegro, in principio
l’intera compagine propone all’ottava l’idea melodica principale, seguita dall’ingresso del solista; questo
movimento alterna ritorni dell’ idea principale, parti in cui prevale il discorso solistico e sezioni in cui la
tastiera si amalgama con il tessuto orchestrale; l’Adagio in sol minore è una Passacaglia, forma musicale in
cui una medesima linea di basso si reitera per tutta la durata del pezzo; in questo movimento
un’introduzione di tutta la compagine espone all’unisono la melodia che poi che poi sosterrà in diverse
tonalità l’intervento del solista; quest’ultimo propone un canto malinconico, prezioso e ricco di ornamenti
dal sapore squisitamente barocco; nell’Allegro finale, si alternano un energico e ritmato ritornello e gli
episodi proposti dalla tastiera, fino a sfociare in un lungo passaggio solistico privo o quasi di sostegno
orchestrale e a una cadenza che conduce al refrain conclusivo.
FRANCESCO SAMPERI